martedì 27 ottobre 2009

Aziende 2.0

A SMAU 2009 sono stati presentati i risultati di un sondaggio realizzato per vedere quanto le aziende IT italiane conoscano e utilizzino strumenti "web 2.0" come Blog, Social Network, Web Video, Forum e contenuti generati dagli utenti (pensiamo a You Tube per esempio). Per vederli (in formato PDF) potete cliccare qui.

Nonostante il campione analizzato fosse numericamente buono ma non così ampio (Direttori Generali, Responsabili Marketing e Sales Manager di 98 imprese in tutto), sono emersi dati piuttosto interessanti:
  • Questi strumenti sono conosciuti da quasi tutti (dal 96% del totale per i social network al 55% per i contenuti generati dagli utenti) ma sono ritenuti ancora poco rivolti al business to business (la pensano così due intervistati su tre).

  • Le fonti di informazione da cui hanno appreso l'esistenza e il funzionamento di questi strumenti sono riviste e siti specializzati (41%) e seminari e conferenze (27%). Paradossalmente, solo il 9% li ha conosciuti navigando su Internet.

  • Gli intervistati dichiarano di utilizzare molto spesso questi stumenti ma, nel 68% dei casi, i dipendenti delle loro aziende non vengono coinvolti nella vita aziendale attraverso Blog o Social Network.

  • Gli strumenti del Web 2.0 sono poco interessanti per le aziende: solo i "tradizionali" Web video prendono una sufficienza piena (voto 3,32 su un massimo di 5), gli altri vanno dal 3 in giù (2,94 i Social Network, 2,63 i Blog e 2,57 per i contenuti generati dagli utenti).

  • Rischio o opportunità? I Social Netwok e i Blog vengono visti con un livello di timore molto significativo ma il 74% dichiara di volersi dotare di questi strumenti nei prossimi anni.

Questi risultati rispecchiano una realtà molto particolare, che si può sintetizzare così: è bello sapere cos'è il Web 2.0 ma andiamoci piano prima di utilizzarlo in un'ottica aziendale, "business is business". Ma è la sua essenza stessa, che unisce la massima condivisione dei contenuti, la centralità dell'utente e l'interazione attiva tra un numero ampio di persone, che sembra essere del tutto sconosciuta agli intervistati. Il 79% di loro è, però, convinto che gli investimenti in questi strumenti aumenteranno nei prossimi due anni. Ma il Web 2.0 è un mondo ancora tutto da scoprire soprattutto dal punto di vista culturale. E le imprese dovranno "investire" anche sui propri dipendenti e clienti in termini di apertura e fiducia. E' l'unico modo per avere un Futuro 2.0.

venerdì 23 ottobre 2009

Web Advertising? Sempre con buon senso

Numerosi articoli sono apparsi ultimamente riguardo al fatto che, nonostante la recessione, c'è un significativo rilancio degli investimenti fatti sulla pubblicità sul Web. Mentre la crisi che sta avversando la carta stampata e la TV a livello mondiale sembra avere una fine ancora molto lontana. Al di là dei facili entusiasmi, mi sembra che le motivazioni, per una volta, siano abbastanza semplici. Le persone (o consumatori, per dirla alla Alan Friedman) utilizzano sempre più tempo libero sul Web, perchè riescono a trovare quello che cercano, da una notizia a un nuovo paio di occhiali, in modo più veloce ed efficace rispetto a qualsiasi altro media.Per cui, il target cresce sempre più, crisi o non crisi. In più, le tariffe della pubblicità su Internet sono molto più basse rispetto a quelle di un quotidiano o di una TV, fattore sicuramente molto incisivo per le aziende in questi tempi di vacche magre.

A questo punto, una domanda sorge spontanea: qual'è l'efficacia della pubblicità sul Web? Sicuramente, ha il vantaggio di dare ai responsabili delle aziende un "giudizio" molto più veloce sull'efficacia di una campagna pubblicitaria in termini di vendite. Ma il punto resta sempre quello: valutare l'efficacia in base alle vendite. Se io realizzo un prodotto così così, con una campagna pubblicitaria geniale riuscirò comunque ad ottenere buoni risultati? Non credo proprio. Il Web non è la panacea di tutti i mali, è uno strumento con potenzialità ancora enormi da utilizzare con intelligenza e buon senso. Quando ho finito di leggere le analisi sull'Internet Advertising, vado ad aprire un paio di siti di aziende italiane che mi interessano. Trovo le "news" aggiornate al 2006. Duemilaesei? Clicco sulla sezione multimedia e trovo 5 foto a bassa definizione. Come è possibile? Anche nei cellulari ci sono fotocamere con 4 megapixel.

Se fossi un responsabile di un'azienda italiana, intanto inizierei a spendere un po' di tempo (e "schei", come direbbe mia mamma) per aggiornare il mio portale aziendale, una vera e propria porta sul mondo che ha bisogno di un budget limitato. Poi per pensare alla pubblicità online, c'è sempre tempo. Ah, a proposito: il mio ultimo post è dell'9 Ottobre, 14 giorni fa. Un'eternità per un blog. Chi è senza peccato, scagli la prima pietra. Anche digitale.

venerdì 9 ottobre 2009

"C'è una raccomandata per la Vecchia Signora"

Una squalifica per doping per una raccomandata non aperta. Questo il rischio corso da Fabio Cannavaro, capitano della Nazionale campione del mondo e difensore della Juventus. I fatti sono citati dal portale del Corriere della sera. Ma come? In una delle più importanti società di calcio a livello italiano e internazionale, quotata in Borsa, non si leggono le raccomandate con ricevuta di ritorno spedite dal Ceft, il Comitato per l’esenzione ai fini terapeutici del CONI? Ebbene è così. I diri­genti bianconeri hanno anche mostrato la busta ancora sigillata. Questo caso dimostra, per l'ennesima volta, quanto sia fondamentale per un'azienda saper fare bene le cose semplici. Si monitorano 24 ore su 24 le agenzie di stampa, si spulciano siti web misconosciuti per verificare che non ci siano rumors su giocatori e società, si aggiorna il proprio portale sull'ultimo infortunio del mediano al mignolo del piede (oppure, di una puntura di un'ape per un difensore) e poi non si leggono le lettere ufficiali. O si "rimbalza" una telefonata importante.

La comunicazione di una società di queste dimensioni non può permettersi di fare errori che una segretaria giudicherebbe imperdonabili, con piena ragione. Ad oggi, la Juventus rischia una multa ma poteva andare peggio. Sul proprio sito, conferma di essere disposta a chiarire "eventuali disguidi documentali" con la Procura antidoping. Dovrebbe anche pubblicamente chiedere scusa a Cannavaro per un pasticcio che poteva costargli un significativo danno d'immagine. "La Juventus assicura a Fabio Cannavaro e a tutti i giocatori che farà installare negli spogliatoi apposite buche delle lettere numerate, in modo tale da poter recapitare eventuali raccomandate in modo efficace e celere". Questo mi piacerebbe leggere sul sito. Ma si sa, il calcio è una cosa seria.

venerdì 2 ottobre 2009

Arriva la maturità per il Web

In Italia, il 53% di coloro che utilizzano internet ha fra i 35 e i 55 anni. Questa è, a mio parere, una delle notizie più interessanti contenute nell'indagine commissionata dall'Ordine dei Giornalisti della Lombardia e presentata in questi giorni in occasione del convegno sul "Futuro del giornalismo". Il Web non è più un mondo dominato dai giovanissimi ma, come era facile prevedere, è "maturato" pure lui. Infatti, il 59% di chi naviga è diplomato e il 32% è laureato. Molti ragazzi iniziano a lamentarsi del fatto che trovano i propri genitori impegnati su Facebook o su Twitter. Questo significa che Internet ha perso la sua spinta innovativa? Tutto il contrario.

Al giorno d'oggi anche mio padre ha sentito la necessità di dotarsi di una linea ADSL per navigare più velocemente, leggersi la posta elettronica e guardarsi notizie aggiornate in tempo reale. Una scelta totalmente sua (mi avesse chiesto consiglio, gli avrei detto di scegliere un altro provider ...). Due giorni fa ci siamo parlati su Skype, pur non essendo a migliaia di chilometri di distanza. Non siamo ancora al punto di mettere i filmati delle vacanze col nipote su YouTube ma la strada è quella. Anche le persone nate senza mouse o cellulare in mano stanno capendo quanto il Web è importante e quanto lo sarà nel prossimo futuro. Tutta la società sta entrando prepotentemente in quest'ottica. Un aspetto che è pura innovazione.