martedì 17 novembre 2009

FB significa Fare Business?

Il NY Times ha pubblicato un interessante articolo, dal titolo assai impegnativo: "How to market your business with Facebook" (si può leggere qui in inglese). Il testo spiega alcuni "trucchi" su come utilizzare il più famoso social network dei nostri tempi (per ora) per trovare nuovi clienti e creare community in grado di rafforzare il brand delle aziende. Tutto questo grazie al passaparola, strumento di comunicazione formidabile, che è l'essenza stessa di Facebook. L'utente medio ha, infatti, circa 130 amici. Se uno fa due calcoli, sembra una manna dal cielo molto economica e facile da sfruttare, in realtà è tutto da vedere.

Per quanto riguarda lo strumento Facebook, gli "amici veri", quelli che potrebbero davvero convincermi a provare qualche nuovo strumento o servizio, non sono più di quelli reali, ossia 10 al massimo. I restanti 120 vanno bene per chiacchierare, punto e basta. Sono amici di amici, ex colleghi, ex compagni di scuola o perfetti sconosciuti, che non vediamo mai di persona e ci sarà pure un perché. Quindi il target non si amplia poi più di tanto rispetto ad altri strumenti più tradizionali, se si vuole utilizzare il fenomenale strumento del "word of mouth" (come dice il NY Times). I 300 milioni di persone presenti su Facebook "pesano" ma si tratta di un universo così eterogeneo che sono ottimi per qualche titolo ad effetto. Non certo per fare business, almeno con il modello di social network odierno.

Facciamo anche una riflessione sulla nostra situazione, in Italia. L'articolo del NY Times spiega che per fare fortuna con FB non funziona il messaggio "compra-compra-compra" di tipo pubblicitario. Serve interazione con gli utenti, comunicare con chi loda e con chi critica, ascoltare quello che la gente ha da dire, mantenere aggiornati i contenuti, prendere idee altrui per migliorare la situazione della propria azienda. Tutto giustissimo. Vediamo a che punto siamo, in modo semplice. Prendiamo 100 siti di aziende italiane, il caro vecchio Web, e verifichiamo almeno la cosa più semplice, quanto curano l'aggiornamento dei contenuti. Tra Novità (con la N maiuscola) datate 2006, "comunicati stampa recenti" dell'Ottobre 2008 e poche immagini di qualità pessima, la situazione non è affatto rosea. E non si sta parlando di gestire un'interazione con gli utenti in tempo reale, ma di curare solo che 20 pagine Web dicano cose nuove e vere. Non abbiamo ancora una cultura del Web per fare business, figuriamoci per i social network. Ci stiamo lavorando tutti ma la strada è ancora lunga.

Continuare a leggere il NY Times è un'ottima cosa per il mio business, specialmente se al tempo stesso dò un'occhiata al Corriere della sera, alla Gazzetta di Modena e a un buon numero di portali, compreso quello della mia azienda. Così dopo posso finalmente cazzeggiare su Facebook.

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