lunedì 12 aprile 2010

Lezioni di convegno

C'è un convegno sul biogas. Vado perché il tema delle rinnovabili mi interessa, perché questo argomento è ancora poco conosciuto e perché nella zona dove vivo la "materia prima" abbonda come il petrolio in Arabia Saudita. In più, ho clienti che operano nel riciclaggio e nella valorizzazione dei rifiuti, per cui mi fa molto bene anche dal punto di vista professionale. Ovviamente, porto con me anche il mio bagaglio di organizzatore di eventi. Avrei fatto meglio a lasciarlo a casa.

Iniziamo con la cronaca. Il presidente dell'ente organizzatore fa un intervento di 5 minuti leggendo, parola per parola, da un foglio sul leggio davanti a 200 persone. Il moderatore successivo, un "esperto di marketing territoriale", parla ai relatori dando spesso le spalle al pubblico, approfondendo temi di una fiera concomitante e non citando quasi mai la parola biogas. Un altro moderatore cita dati italiani (finalmente) ma con slide ricolme di numeri, senza un contesto generale. Arriva il primo relatore, direttore di una rivista sufficientemente prestigiosa: si piace molto ma alla quarta slide, di qualità pessima (gialle e blu, a quadratoni), dalla prima fila gli dicono di "tagliare", sta sforando coi tempi. Nello stesso momento, tutti i relatori si alzano dalle sedie (mi scappa un "la grande fuga?") e si siedono in platea ad assistere. Un tavolo vuoto davanti a 200 persone che riassume perfettamente il tutto: un'ora di nulla.

Sto pensando di andarmene quando interviene il coordinatore del consorzio del Biogas, l'unico che non ha un "dott", "prof" o "ing" davanti al nome. Un intervento serio, completo e interessante con una presentazione fatta bene. Meno male. L'ultima slide riporta i suoi contatti (cellulare e mail compresi): sono le uniche cose che ho scritto finora. Subito dopo arriva un docente. Si definisce "un economista" per quattro volte in due minuti, inizia a parlare del libro che ha appena scritto e usa slide praticamente incomprensibili con caratteri minuscoli. Salta il proiettore per tre volte (niente per caso, citando Richard Bach) e, senza slide a supporto, temporeggia per 5 minuti prima di proseguire. Quando arriva il responsabile di un'azienda, dove la prima slide riporta il nome del suo prodotto con tanto di "TM", me ne vado. Insieme a me se ne va il Presidente della Provincia di Modena, da solo, con una cartellina in mano. Mi scappa una battuta sul fatto che è strano vedere uno nella sua posizione girare senza un codazzo variopinto di persone, mi risponde sorridendo che finché ce la fa e ha gambe buone, gli piace girare da solo col suo autista. Sorrido anch'io.

Conclusioni: ho voglia di contattare il coordinatore del consorzio, mi sono fatto un'ottima opinione del Presidente della Provincia e ho visto come tanta gente avrebbe bisogno di consigli su come fare questo tipo di eventi. I primi tre: dimenticare di essere "Ing", focalizzarsi davvero sul tema e mettersi nei panni della gente che è venuta al tuo evento. E tanta, tanta semplicità.  

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