mercoledì 10 novembre 2010

Analisi di un comunicatore: Matteo Renzi

Tutti abbiamo letto articoli su Matteo Renzi e sui "rottamatori" del Partito Democratico. Non voglio entrare nel merito politico della cosa, perché qui scrivo di altro e sono solo un interessato osservatore della (tragicomica) situazione italiana degli ultimi mesi. Il mio intento è quello di analizzare il nuovo "enfant prodige" della sinistra italiana dal punto di vista della comunicazione, perché rappresenta sicuramente qualcosa di nuovo nel panorama nazionale da molteplici punti di vista e la sua figura mi incuriosisce. Ovviamente, si tratta di un'analisi preliminare e basata essenzialmente sul suo discorso durante l'evento "Prossima fermata Italia":
  • Capacità comunicative: Renzi è sicuramente uno dei più brillanti oratori dello scenario attuale. Diretto e chiaro (come sottolinea anche Nicola Mattina nel suo blog), cita esempi virtuosi dei repubblicani americani, dimostra di conoscere bene il panorama internazionale, critica le primarie italiane (rischiando scomuniche interne al partito) e parla dei nonni come elemento fondamentale della relativa stabilità italiana (essendo i veri ammortizzatori sociali italiani). In più, cerca uno scontro diretto con i vertici del PD diversamente da altri leader di neopartiti riscaldati che sono in modalità "anti-qualcuno". Ha 35 anni, ossia meno della metà del nostro Premier, e un'esperienza di marketing e comunicazione (è dirigente in aspettativa dell'agenzia CHIL) che sfrutta a dovere. Parla a braccio, guardando il pubblico, presentandosi come persona normale, con abito informale ma senza esagerare (niente stucchevoli smanicate). Il viso non ha tratti particolari e carismatici ma questa può essere una sua forza.
  • Impatto sui propri pubblici di riferimento: Matteo Renzi è nel 2010 il sindaco più amato d'Italia, secondo quanto dice Fullresearch, davanti a Flavio Tosi (Verona) e Peppino Vallone (Crotone). Questo significa che, anche se un sondaggio non fa primavera, il lavoro che ha svolto nella Provincia di Firenze prima e poi in Comune è stato ben giudicato dagli elettori. Ossia, quello che conta davvero. Da notare anche che i primi due posti sono occupati da un 35enne e un 41enne, segnale forte di una voglia di cambiamento generazionale da parte dei cittadini.
  • Presenza sui media: tutti i media nazionali hanno messo insieme (un esempio) l'evento di Renzi a Firenze con quelli di Fini (a Perugia), di Bersani (a Roma) e di Vendola (a Milano) per analizzare la situazione politica italiana. Il che vuol dire che, sui giornali e nelle TV, lui ha assunto un'importanza di livello nazionale, come conferma anche il desiderio di un ex perenne uomo nuovo della politica italiana, come Veltroni, di allearsi con lui.
  • Contenuti: veniamo alla nota dolente. Come qualcuno giustamente osserva, i contenuti veri sono pochi e non troppo consistenti. Il documento che è stato partorito, punto centrale per analizzare cosa vogliono comunicare i "rottamatori", non ha una vera notizia, non esprime proposte concrete. Solo vaghi principi, tutti condivisibili ma poco utili per giudicare come si potrebbe passare dal "laboratorio di curiosità" (terz'ultima riga) ai fatti. Un gran numero di "bellezza" non serve allo scopo. Era un'ottima occasione per fissare pochi ma definiti obiettivi prioritari (ad esempio, banda larga, tutela del patrimonio culturale, diritti delle coppie di fatto, etc.) invece ci si è persi in una retorica che, sinceramente, più che quella obamiana mi ricorda quella adottata dall'attuale premier negli anni scorsi.
Sintetizzando il giudizio, il progetto di "leader nuovo" della sinistra di Matteo Renzi parte con buoni auspici: ottime doti comunicative, buon rapporto con i media e con il proprio pubblico. Ora servono proposte concrete, fatti e idee per proseguire nel percorso: è su questo che si gioca la partita. E come ha ben capito il Presidente Obama, anche i buoni progetti non sempre portano a vittorie elettorali. Bisogna mettersi in discussione giorno per giorno. Un consiglio? "Ascoltare" più la rete e meno i media. Se Renzi lo facesse, potrebbe capire quello che ci stiamo chiedendo tutti, ossia se sotto il vestito ci sia un futuro leader o un altro perdente di successo, solo più giovane degli altri.

(credits foto: www.firenzeinbici.net)

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