martedì 19 febbraio 2013

La formazione è conversazione


Il mio corso di formazione su come promuoversi mediante Internet in ACTA è andato bene. Per me sicuramente e, penso, anche per chi è intervenuto (aspetto feedback diretti, che probabilmente pubblicherò,  ma le sensazioni erano molto buone). Lo voglio dire perché io non sono "un formatore": ho sempre trasmesso quello che sapevo sul campo, dentro un ufficio o una fiera. L'aula è un ambiente che conosco ma che non mi è così familiare, semplicemente perché ho fatto un'altra strada. Questa occasione è stata importante per pensare alle 4 ore (interminabili, pensavo) che mi aspettavano per la presentazione dei miei argomenti e capire cosa volevo fare, a modo mio.

Magari sono cose ovvie per chi è abituato a questo tipo di corsi ma il mondo è pieno di cose ovvie che nessuno si prende mai la cura di osservare, diceva Arthur Conan Doyle. Nel mio piccolo, condivido in pieno. Ecco le mie semplici linee guida:
  • Presentazione: ho illustrato brevemente, ma non troppo, chi sono. Senza titoli né ruoli, semplicemente raccontando la mia storia. Di ex stagista, ex co.co.co, ex dipendente, ex disoccupato, ex libero professionista e, attualmente, di nuovo dipendente. Di un percorso di 15 anni all'interno della comunicazione, dalla carta delle brochure ai bit dei siti Internet, dai comunicati stampa ai tweet. 
  • Comprensione: ho dato 5 minuti alle 14 partecipanti (sì, tutte donne) per presentare loro stesse, capire cosa facevano e da dove venivano, le loro certezze e i loro dubbi. Spesso quei 5 minuti si sono allargati (loro pensavano di restare abbondantemente dentro il limite all'inizio) ma questo ci ha permesso, a tutti non solo a me, di capire che gli obiettivi e le difficoltà erano simili tra loro, anche se non uguali. Una bella e semplice lezione di realtà spicciola, rara e preziosa perché quasi sempre priva di autoreferenzialità.
  • Lezione: ho iniziato la presentazione vera e propria dopo 40 minuti dall'inizio del corso (magari è un record), facendola andare per conto suo, senza seguire le slide. Ho lasciato piena libertà di interrompermi, per farmi domande o chiedere approfondimenti. Ho cercato di mantenere dritta la rotta ma senza esagerare nel guardare la bussola.
  • Concretezza: ho cercato di rendere realistica qualsiasi cosa, senza fermarmi alla frase ad effetto ma spiegando nel dettaglio pro e contro di fare un sito Internet, un blog, una strategia sui Social Media o altro. Citando la facilità di scrittura e, allo stesso tempo, le difficoltà nel creare semplici parti di Html da soli, provando e riprovando. Entrando fisicamente in un CMS (Wordpress), senza fermarsi all'involucro.
  • Priorità: la cosa che ritenevo più importante era far passare pochi concetti su come si poteva  provare a promuoversi online. Tre quelli principali: collaborazione contro "competizione tra poveri", progetto e strategia contro le mode del momento, semplicità contro creatività fine a sé stessa.
Risultato? In 8 ore, quattro più quattro, non abbiamo fatto una pausa caffé, nonostante l'avessi proposta più volte (avevo una slide precisa per questo scopo, con l'immagine sopra). Lo ritengo un buon indicatore. Non sono riuscito a fare esercitazioni pratiche strutturate, solo rispondere a decine di domande, quasi mai banali, su siti, blog, Facebook, LinkedIn, e-mail, newsletter, brochure, immagini e video. Se i mercati sono conversazioni, come sostiene l'ancora attualissimo Cluetrain Manifesto, perché non possono esserlo, nel loro piccolo, anche i corsi di formazione?




2 commenti:

  1. Condivido. Come formatrice ho sempre pensato che la ricchezza dell'apprendimento sia data soprattutto dall'aula e dallo scambio di esperienze di cui ciascuno è portatore unico e originale. Grazie a Riccardo per avere impostato una "conversazione formativa" così ricca di idee e di spunti. Mi è piaciuto anche il tratto gentile, un po' controcorrente in un mondo di incontri dove predomina la gerarchia di beccata. Bravo e a presto (spero). Elsa

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  2. Elsa, grazie mille. Forse la conversazione formativa (ottima definizione) ha tolto un po' di spazio agli spunti più pratici ma ho cercato di rimanere sul pezzo, senza filosofeggiare troppo. Per il tratto gentile, sono lusingato. :-)

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