venerdì 29 maggio 2015

Mobile first? Forse abbiamo avuto troppa fretta

Negli ultimi mesi, meglio anni, il mantra per chiunque volesse consigliare le aziende nella loro promozione online è stato: mobile first. Riassunto breve: tutti abbiamo uno smartphone, quasi tutti abbiamo un tablet, a breve i PC saranno morti e sepolti, facciamo contenuti e contenitori adatti ai piccoli schermi. Tutto giusto, no? Non esattamente. Stanno nascendo alcune riflessioni, come questa che ritengo molto interessante e che va più in profondità. Oltre al first c'è di più. Mi focalizzo su un punto:
It’s true that for many people their mobile screen is their primary screen most of the time. What’s not true is that this is the only screen that matters.
Non è tanto importante lo schermo che guardo (qui lo smartphone vince facile) ma lo schermo che conta per riflettere e decidere. Guardiamo l'immagine qui sotto: stiamo 8-10 ore al giorno davanti a un PC, contro le 2/3 ore davanti a un tablet o uno smartphone.


Siamo così sicuri che, per decidere su tante cose della nostra vita, lo smartphone o il tablet siano l'unica cosa che consultiamo? Magari sì, ma intanto riflettiamoci su. 

Un dato di fattosi accede molto di più al Web con i device mobili. I dati sono sotto i nostri occhi, come lo sono i nostri smartphone, primi testimoni di questo fatto. Ma quello che non ci dicono è che l'accesso da PC non cala, rimane costante. Mobile Isn’t Killing the Desktop Internet, insomma. La torta cresce, smartphone e PC non si rubano le fette tra loro. 

Per questo, per comunicare online, la cosa fondamentale è il progetto che ci sta dietro, non il dispositivo che usano le persone per accedere ai nostri contenuti. Un progetto che ci fa capire chi ci guarda e cosa interessa a chi ci legge. Un obiettivo molto più difficile da realizzare rispetto a un sito "mobile first". E qui sta il punto.