martedì 15 dicembre 2009

Il momento offline

Prendo spunto da un bel post realizzato da Gianluca Diegoli nel suo blog [mini-marketing] per parlare di una cosa che chiamerei "momento offline". Ma come? Nella comunicazione il must, l'imprescindibile, il necessario è l'online. Con l'apologia dei social network e le prime pagine dei quotidiani dominate dai numeri di utenti che si iscrivono a gruppi che inneggiano o denigrano uno che tira souvenir meneghini in faccia a un altro che di lavoro fa il Presidente del Consiglio. Statistiche in tempo reale, mica si scherza. Ma a chi giova tutto ciò?

Il piccolo problema è che il rumore di fondo dell'online sovrasta ogni senso critico, ogni idea, ogni riflessione. Ci si impegna talmente tanto a difendere la propria posizione "in linea" che si perde il motivo per cui ci si è andati. Ecco perché è necessario avere un "momento offline". Per analizzare il tutto e trarne conclusioni sensate. Non si deve per forza andare a Fanano come ha fatto Diegoli (a 96 chilometri esatti da dove sto scrivendo ora). Si stacca dal PC e dallo Smartphone, si legge e si riflette. I blog statunitensi questa evoluzione la stanno già facendo, offrendo opinioni strutturate, coerenti e utili, anche molto diverse tra loro. Voci fuori dal mainstream che accrescono il valore aggiunto di Internet. Parole con un mittente e con un gruppo di destinatari interessati a quello che viene detto. Come l'e-mail, così fuori moda. Così asincrona. Così necessaria.

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