venerdì 16 marzo 2012

PMI sui Social Media? Bene, anzi no

Tante presenze, poche conversazioni
Per le aziende italiane c'è molto da fare per migliorare la comunicazione sui Social Network. Ieri è stata presentata una ricerca dell'Osservatorio IULM su questo tema, che ha evidenziato come il 43% delle PMI italiane è attivo e comunica sui Social Media, rispetto al 9,8% di un anno prima. Un dato molto positivo, si direbbe. Meglio approfondire un po' la qualità, oltre alla quantità. L’indice di SocialMediAbility che viene citato sottolinea la gestione dell'attività delle imprese nei Social Media, mettendo in luce questi dati:
  • Orientamento verso i Social Media: 0,4
  • Attenzione/cura: 0,3
  • Efficacia: 0,2.
Ma la scala, direte voi, è da 0 a 1? No, da 0 a 10. Sono dati molto negativi ma, come dice la mia esperienza personale, altrettanto realistici. In attesa di avere i dati completi, cito la conclusione fatta dai curatori della ricerca: "sempre più si diffonde la consapevolezza della necessità strategica di essere presenti sui social. Ma a ciò non sempre si accompagna un’effettiva padronanza delle competenze specifiche sulle logiche e i linguaggi di questi canali".

Le PMI italiane vanno sui Social Media perché "bisogna farlo", senza una strategia né un progetto definito. Gli imprenditori lo leggono sul Sole 24 Ore, lo sentono dire alle fiere, lo vedono in TV, aprono i loro profili e pensano che il più è fatto. I dati di una mia ricerca, presentata l'anno scorso al KnowCamp di Modena, evidenziava lo stesso aspetto, con dati ancora più negativi: nel 2011 solo il 13% delle imprese attive nelle energie rinnovabili aveva profili sui Social Network. Anche quando si decidono a utilizzare questi ambienti di comunicazione e di conversazione, non fanno l'unica cosa che andrebbe fatta: creare relazioni con gli utenti. Mettono poche notizie (i profili Facebook hanno, in media, 5 aggiornamenti al mese), quasi tutte da ufficio stampa, e non rispondono ai commenti delle persone (solo il 6% lo fa e mica solo in Italia). Ci sono dati (impietosi) su cui riflettere: non è il 43% citato all'inizio ma 0,4, 0,3 e 0,2.

P.S. L'evento allo IULM, avvenuto ieri (15 Marzo 2012) aveva come hashtag #sma11. Io ho fatto notare quello che pensavo un errore, gli organizzatori mi hanno risposto (molto gentilmente) su Twitter dicendomi che la ricerca si riferisce a dati 2011, per cui era una scelta voluta. Apprezzo la coerenza (nel 2010 avevano fatto la stessa cosa) ma questa scelta ha portato un bel po' di confusione, non solo per me, soprattutto perché legata a un evento. Del 2012.

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