mercoledì 5 dicembre 2012

Un social network ibrido


Novembre deve essere il mio mese di riflessione sui Social Business Network. Qualche giorno fa pensavo al fatto che manca un posto online dove aziende e comunicatori si possano incontrare, per parlare, discutere e collaborare. A pensarci bene, avevo parlato di questo, della necessità di trovare un Social Business Network, esattamente un anno fa: quel luogo doveva essere Google+, come avevo ribadito anche qualche mese fa. Ora mi viene in mente LinkedIn. Ognuno ha le sue fisse, che ci volete fare?

Su LinkedIn i professionisti ci sono già, le aziende ci stanno arrivando seriamente, serve solo trovare i modi giusti per fare conversazione. In più, è un Social Network che può permettersi, più di altri, di non essere la cosa più cool del momento, perché ha scelto la sua nicchia di attività. Non deve essere il migliore di tutti, deve essere solo il migliore di quella nicchia. Certo, mica è al sicuro, nessuno lo è nel mondo di Internet però la strada da fare per gli altri è obiettivamente dura.

LinkedIn è già un ottimo e utile social network, perché dovrebbe cambiare? Perché quella nicchia inizia a farsi stretta e ci sono belle opportunità di sviluppo. Sicuramente, i responsabili del social network avranno idee più mirabolanti e sensate delle mie. Mi limito a buttare là due o tre riflessioni, così, per gioco.
  • Perché non fare il primo Social Network ibrido? Quelli che ci sono già sono fatti per le persone, le aziende operano in un terreno, di fatto, non proprio. Si potrebbero creare eventi virtuali, tipo fiere o una sorta di barcamp, per facilitare lo scambio di informazioni reciproche in terreni neutri in cui ognuno, azienda o persona, sceglie di entrare. Gratis ma facendo una scelta chiara.
  • Perché non creare anche dialoghi tra azienda e azienda? I social network oggi non sono adatti al mondo del B2B, non aiutano una PMI a trovare il fornitore, l'agenzia, il partner giusto. Potrebbero essere enormi facilitatori di relazioni, molto più efficaci di Google o di Pagine Gialle perché potrebbero dare garanzie qualitative sul modo di lavorare che un algoritmo o un elenco del telefono non possono offrire. Insomma andare oltre il CV su Internet, il dialogare con gli addetti ai lavori e il recruitment online.
  • Perché non creare "luoghi" divisi per settore? Andare oltre ai gruppi. Trovare un posto dove c'è solo gente specializzata in quel comparto, che parla un gergo differente, non sarebbe un vantaggio secondario sia per i professionisti che per le aziende. Un luogo dove iniziare anche a fare sul serio, con messaggi diretti e privati (ma anche videochiamate o hangout) per approfondire caratteristiche tecniche, componenti e prezzi.   
  • Perché non seguire il modello Tripadvisor in ottica aziendale? Ogni impresa e ogni professionista potrebbe essere giudicato dai suoi stessi clienti per il suo modo di lavorare e di fornire i suoi servizi, con tanto di recensioni e voti utili. Il problema sarebbe sempre nel controllo delle recensioni ("cosa faccio se i concorrenti scrivono pessime cose sulla mia azienda?") ma lo stesso rischio viene corso da 1,5 milioni di attività turistiche e commerciali. Direi che il gioco vale la candela (vedi questo post di Gianluca Diegoli di due anni fa, sempre attualissimo).
Io lavoro in un'azienda che fa software per aziende, solo un esempio. Per trovare collaboratori o partner devo usare gli stessi strumenti che avevo 5 anni fa, soluzioni per niente qualitative né ricche di garanzie. Se trovassi un posto che mi dice che quel noleggiatore di hardware è bravo e affidabile e a comunicarmelo non è lui ma i suoi clienti? Lo so, al di là delle finte recensioni, il problema rimane il tasso di competizione: tra gli utenti di Tripadvisor è piuttosto leggero, tra professionisti e imprese invece è pesante. Ma l'ho detto subito, è una riflessione, un gioco, non un business plan. E magari questo posto esiste già: sai niente a riguardo?

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